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Il regime dei “lavoratori impatriati” e la sua applicazione nel mondo del calcio

Nel contesto delle agevolazioni fiscali nel settore dello sport professionistico è destinato ad assumere una rilevanza particolare il regime dei c.d. “lavoratori impatriati”, previsto dall’art. 16 del DLgs. 147/2015.

L’estensione di tale regime di agevolazione agli sportivi professionisti consegue al venir meno del requisito di elevata qualificazione o specializzazione per effetto delle modifiche introdotte dall’art. 5 del DL 34/2019 (c.d. decreto “crescita”).

Ciò detto, il DL 34/2019 ha innalzato la quota di reddito esente al 70% e, in taluni casi, al 90% (prima delle modifiche in commento la quota di reddito non imponibile era pari al 50%). Per quanto riguarda i requisiti di applicabilità del regime agevolativo, si osserva che:

  • l’attività lavorativa deve essere prestata prevalentemente sul territorio italiano;
  • l’applicabilità del regime è subordinata alla condizione che il calciatore non sia stato residente in Italia nei due periodi d’imposta precedenti al trasferimento;
  • il calciatore dovrà mantenere la residenza in Italia per almeno due anni.

Il regime è applicabile ai calciatori che acquistano la residenza in Italia a partire dal 2020.

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